Un riconoscimento che parla di radici, scelte e visione
Essere raccontati sulle pagine del Sole 24 Ore è, per un’azienda come la nostra, molto più di una gratificazione.
È un’occasione per condividere pubblicamente una visione: un modo di fare impresa che nasce dalla terra e guarda lontano, senza mai dimenticare da dove viene.
Nel numero del 10 luglio 2025, la sezione Aziende & Territorio del quotidiano ci ha dedicato uno spazio, riconoscendo il valore della nostra realtà che, negli anni, ha saputo coniugare tradizione agricola, competenza industriale e sensibilità ambientale.
Nell’articolo si racconta la nostra origine familiare, l’intuizione di Vincenzo De Vita e del figlio Michele, il percorso condiviso con Nicola, oggi alla guida del Molino.
Viene sottolineato il nostro approccio fondato sull’identità agricola, riassunto nel nostro payoff: "Siamo agricoltori prima che mugnai".
Si parla del rapporto diretto e costante con i pastifici, della nostra capacità di produrre semole “su misura”, pensate per rispondere a esigenze specifiche di processo e di risultato.
Viene citata anche la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, che ha certificato le qualità nutrizionali della nostra semola integrale, e l’attenzione alla sostenibilità, anche energetica, grazie all’impianto fotovoltaico installato presso il nostro stabilimento.
Ma ci sono aspetti che, per motivi di spazio, il Sole 24 Ore non ha potuto includere.
E che qui vogliamo evidenziare con orgoglio.
Oggi, oltre il 70% della nostra produzione è biologica certificata, a conferma di un impegno quotidiano per una filiera più pulita, più trasparente e più consapevole.
Siamo inoltre il primo molino in Italia ad aver adottato un sistema di tracciabilità narrativa, entrando a far parte del protocollo localtourism.it.
Grazie a questo strumento, attraverso un semplice QR-code, ogni prodotto diventa un biglietto da visita del territorio in cui nasce, raccontandolo molto dettagliatamente.
Questa pubblicazione sul Sole 24 Ore è per noi un segnale importante.
Ci dice che si può fare impresa in modo autentico, radicato, credibile.
Ci dice che il nostro lavoro è visto, apprezzato e riconosciuto.
E ci incoraggia a continuare su questa strada, portando ogni giorno “la terra nella pasta”, con rispetto, precisione e passione.