Da Milano un impegno concreto: dati misurabili, etichetta narrante e responsabili

Lo scorso 15 ottobre, a Milano, abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione di “Eataly – Alla Radice”. Oggi, a qualche giorno di distanza, sentiamo di dire che non è stata una vetrina, ma l’avvio di un impegno condiviso: costruire una filiera che si racconta con trasparenza, dal campo al piatto, con regole chiare e misurabili. In conferenza Eataly ha illustrato il disciplinare tecnico validato da RINA (organismo internazionale di certificazione), spiegandone l’approccio incrementale e le quattro aree d’impatto – clima, acqua, terra, identità – con il contributo dell’Università degli Studi di Palermo e di Slow Food Italia. Simona Gullace, Head of Food Product Management di RINA, ha descritto la validazione del disciplinare e gli audit in campo. Centrale anche il tema dell’etichetta narrante con QR Code, che apre una pagina dedicata a pratiche agronomiche, identità culturale e percorsi di miglioramento.

In questo quadro, la centralità dell’etichetta narrante – come ha ricordato Serena Milano di Slow Food Italia – non è un vezzo, ma uno strumento che mette in fila le domande che contano (da dove viene il grano, chi lo coltiva, chi lo macina, come e quando viene trasformato) e pretende risposte chiare. È la direzione che, da agricoltori prima che mugnai, sosteniamo da sempre: la qualità non è un’etichetta, è una storia completa. Per questo, già da tempo, con il protocollo LocalTourism.it portiamo la tracciabilità narrativa dentro i nostri sacchi di semola, trasformando il prodotto in un vero biglietto da visita del territorio.

Un aspetto tecnico per noi importante è stato il lavoro dell’agronomo Michele Carlo Lo Storto che ha individuato le aziende, raccolto i dati e contribuito al disciplinare collaborando con il prof. Francesco Sottile (Università di Palermo) che ha svolto le analisi LCA sull’intera filiera, definendo un modello di coltivazione per le aziende capofila. Questa è la nostra idea di trasparenza: trasformare i principi in dati per migliorare.

Innovare, per noi, non significa rompere con la tradizione, ma affinarla: migliorare i controlli, standardizzare i dati, rendere i processi leggibili anche a chi non è del mestiere. Il risultato che cerchiamo non è un bollino in più, ma pasta migliore, filiera più giusta e territorio più riconoscibile. In concreto, questo vuol dire offrire a chi acquista più informazioni per scelte consapevoli; ai pastifici nostri clienti, semola di qualità insieme a dati chiari e racconto di filiera; al territorio, la prova che la nostra agricoltura, quando lavora in rete, è identità, economia e cultura.

In questi giorni abbiamo condiviso foto e rassegna sui nostri canali social, ma il lavoro vero inizia adesso: continueremo a rendere sempre più leggibili i dati collegati ai nostri lotti, a integrare il percorso LocalTourism.it in tutti i punti di contatto con i pastifici, a condividere buone pratiche con chi vorrà camminare con noi. Non cerchiamo riflettori: cerchiamo alleanze solide al servizio della qualità. Ieri Milano ci ha dato energia, oggi – 17 ottobre – ci prendiamo la responsabilità di trasformarla in fatti. Siamo pronti. Alla radice della pasta c’è sempre una scelta di responsabilità: la nostra è chiara, unire tradizione e innovazione perché ogni piatto racconti non solo cosa mangiamo, ma da dove veniamo.