Sa.Fi.Ter. giunge alla serata conclusiva nella cornice magnetica del Castello Acquaviva d’Aragona.

La XV edizione del Sa.Fi.Ter., Film Festival Internazionale di Cortometraggi, giunge alla serata conclusiva domenica 9 luglio, nella cornice magnetica del Castello Acquaviva d’Aragona, baluardo della presenza normanna in terra di Puglia.

La serata ha un ottimo antefatto con l’Apericena nella scenografia dei giardini del ristorante Pashà. Gli ospiti e gli addetti ai lavori sono stati deliziati da eccellenze del Made in Italy a km 0: un mix di paste Granoro Dedicato 100% Puglia e focacce di grano arso, garantite dalla tradizione catalizzata dall’innovazione del Molino De Vita, i calici di Gelso Nero e Gelso Rosa Nero di Troia Podere 29, i salumi Santoro rappresentanza dell’antica sapienza della Valle d’Itria confezionata in raffinate scatole lignee.

Dopo il momento di convivialità, la piazza antistante le torri del maniero diventano teatro della kermesse cinematografica. Ospiti illustri della serata sono stati: Ivano Marescotti, attore eclettico in oltre cinquanta pellicole; Mirko Frezza , protagonista e soggetto ne “Il più grande sogno” di Michele Vannucci, storia ambientata tra Tor Bellamonaca, la Rustica e San Basilio, a fare il pari con le banlieu de Les Misérables, film proposto nella serata di sabato 8 luglio, e attualmente impegnato tra la Daunia e il Salento a girare l’ultimo film di Marco Ponti; Angela e Marianna Fontana, le gemelle siamesi Daisy e Viola del lungometraggio fuori concorso “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, Nastro d’Argento 2017; Massimiliano Rossi, anche lui nel cast di “Indivisibili” e famoso volto dello “Zecchinetta” di Gomorra; Giò Sada, musicista vincitore di X Factor 2015 prestato al grande schermo per il cortometraggio fuori concorso “Argento” di Nicola Pertino.

L’incipit delle proiezioni diventa in modo imprevisto un messaggio promozionale del tacco d’Italia: il romano Frezza si dichiara innamorato della nostra terra, dove “si mangia come se non ci fosse un domani” e l’accoglienza è talmente calda che “sembra di essere a casa”.

Minimo comune denominatore delle serate conclusive può essere considerato il riscatto di figure “ai margini” attraverso un tortuoso processo di integrazione. Processo sposato in tutto dal Sa.Fi.Ter., con la peculiarità del suo essere itinerante (200 km in 11 giornate), della sua partenza in una piazza apparentemente refrattaria come quella di San Severo, “portando il cinema dove è difficile da portare e da far comprendere”, come sottolineano Francesco Del Grosso e Maria Lucia Tangorra della redazione di Cineclandestino.it, che ha seguito interamente il ciclo di eventi e che manifesta la sua soddisfazione dando un 8 e mezzo al risultato ottenuto. Ancor più soddisfatto si mostra l’esperto di event management e regista Romeo Conte rispetto alla “diffidenza che nella scorsa edizione si respirava nelle piazze”.

La numerosa e diversificata presenza di pubblico della serata conclusiva è la testimonianza più immediata del successo del Sa.Fi.Ter., in grado con il suo essere itinerante di coinvolgere le economie locali.